Fabian Zimmer racconta una visita d’infanzia alla diga di Schwarzenbach nella Foresta Nera, nel sud della Germania. Passando da spettatore a osservatore degli spettatori, Zimmer discute il senso di sublime che le dighe generano e di come le compagnie idroelettriche hanno sfruttato questa bellezza tutta artificiale a scopo commerciale durante il ventesimo secolo.
DOI: doi.org/10.5282/rcc/9141